Parte la prima newsletter del progetto Life+ Trota

A cura del team dei ricercatori Life TROTA

Il progetto Life TROTA, avviato il 1° novembre 2013, intende porre al centro dell’attenzione l’esigenza di tutelare i pesci dulcicoli dell’area mediterranea. Sebbene siano seriamente minacciati di estinzione, essi sono infatti molto poco considerati rispetto alle numerose strategie di conservazione messe in campo per i più “appealing” vertebrati terrestri. Tra le principali cause della scomparsa di questi animali vanno ricordate l’inquinamento delle acque, il loro eccessivo prelievo, la distruzione degli habitat d’acqua dolce e la diffusione delle specie alloctone invasive. La specie oggetto del nostro progetto è la trota macrostigma (Salmo macrostigma), simbolo del declino dei pesci dulcicoli, messa a rischio proprio a causa della grande diffusione di una specie aliena, la trota atlantica (Salmo trutta) di origine nord-europea. Quest’ultima, allevata da oltre un secolo in Italia, viene immessa nei nostri fiumi per garantire un’artificiosa sovrabbondanza di pesce a vantaggio della pesca sportiva, portando anno dopo anno alla progressiva sostituzione della trota autoctona. L’approfondito monitoraggio delle ultime popolazioni di trota macrostigma dell’Appennino centrale e del loro habitat permetterà di pianificarne la tutela e il rafforzamento grazie ad attività di ripopolamento e reintroduzione, con l’auspicabile coinvolgimento e supporto da parte delle principali associazioni di pesca sportiva.

Nel primo anno di progetto le attività tecnico-scientifiche hanno riguardato l’analisi del livello di commistione genetica (introgressione) fra la trota macrostigma e la trota atlantica alloctona utilizzata per i ripopolamenti (Azione A2). Le informazioni sul DNA ci hanno permesso di individuare le popolazioni geneticamente più integre da cui attingere gli individui selvatici per le attività di riproduzione in cattività (Azione C2). Queste sono attualmente in corso presso l’impianto ittiogenico di Cantiano che è stato ristrutturato per ospitare adeguatamente le trote selvatiche (Azione C1). Le trote mediterranee prodotte in allevamento saranno utilizzate per rafforzare le popolazioni selvatiche in cui l’introgressione con la trota atlantica è moderata (Azione C4) e per costituire nuove popolazioni di trota macrostigma dopo avere eradicato la specie aliena in alcuni piccoli corsi d’acqua a vocazione salmonicola dove risulta l’unica trota presente (Azione C3).

Lo screening genetico condotto durante il primo anno di progetto è stato realizzato analizzando le caratteristiche molecolari (DNA nucleare e mitocondriale), più informative rispetto a quelle morfologiche per descrivere le differenze che si sono accumulate nel corso dell’evoluzione fra le popolazioni. Queste, proprio in quanto sede preferenziale dei processi evolutivi, sono considerate le unità base della conservazione e devono essere adeguatamente definite e tutelate per poterne garantire la persistenza nel tempo. Il lavoro finora svolto ci ha permesso di individuare tre popolazioni geneticamente distinte di trota macrostigma, diffuse rispettivamente nel fiume Nera, nel Tenna e nei bacini del Chienti, Potenza, Esino e Metauro. La più ampia diffusione di quest’ultima popolazione è probabilmente dovuta al flusso genico realizzatosi durante le glaciazioni. In questo periodo infatti la maggior parte dei fiumi del versante adriatico marchigiano erano interconnessi attraverso il collegamento con l’antico bacino del Po che fino a circa 12.000 anni fa sfociava poco a nord di Pescara. Le tre popolazioni individuate rappresentano distinte unità gestionali che dovranno essere protette sia dall’ibridazione con le trote domestiche di origine atlantica, sia dalla possibilità di incrociarsi con stock genetici provenienti da altre regioni italiane. Infatti, nel mondo della pesca sportiva si sta diffondendo l’idea che per le attività di ripopolamento si potrebbero utilizzare, al posto di quelle atlantiche, trote mediterranee di qualsiasi origine: se questo fenomeno non sarà bloccato sul nascere, la ricca biodiversità della trota macrostigma, frutto di millenni di evoluzione, rischia di essere così definitivamente cancellata.

Contestualmente alle analisi genetiche, le attività dell’Azione A2 hanno permesso di raccogliere delle informazioni utili alla definizione dell’ecologia e della dinamica delle popolazioni della trota nativa. Inoltre, per una piena comprensione dei fattori limitanti la sopravvivenza a lungo termine della specie, il progetto ha provveduto alla rilevazione dei parametri necessari alla determinazione del Deflusso Minimo Vitale mediante metodo del mesohabitat (Azione A3).

Nell’ottica di garantire il successo del nostro progetto, è stato realizzato un incontro con la Féderation de la Corse pour la Pêche et la Protection du Milieu Aquatique (Azione A4) che ha realizzato negli anni scorsi un’iniziativa simile per la salvaguardia della trota della Corsica. Per le azioni di comunicazioni (Azioni E) si è proceduto alla pubblicazione del sito web del progetto, alla creazione del profilo Facebook e all’organizzazione di workshop territoriali per il coinvolgimento dei principali stakeholder. Infine, il progetto Life+ TROTA è stato presentato al 15° Congresso nazionale dell’AIIAD (Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci) (Gorizia, 14-15 novembre 2014) e agli “Stati generali delle aree protette italiane” (Fabriano, 4-5 dicembre 2014).

Il progetto Life + Trota coinvolge la Provincia di Pesaro e Urbino, coordinatore beneficiario, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la Provincia di Fermo, l'Università degli Studi di Perugia, l'Università Politecnica delle Marche e Legambiente.

Per seguire il progetto: www.lifetrota.eu oppure https://www.facebook.com/life.trota
Per informazioni: info@lifetrota.eu

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